Un pacco bomba è esploso in un bar di San Pietroburgo. Ucciso dall’esplosione il blogger nazionalista separatista.
L’agenzia russa Tass riferisce la notizia dell’esplosione di un pacco bomba a San Pietroburgo consegnato in un bar vicino all’Università. Nell’esplosione di ieri pomeriggio è rimasto ucciso il blogger nazionalista e corrispondente di guerra russo, Vladlen Tatarsky, e altre 30 persone almeno sono rimaste ferite dai 200 grammi di Tnt della deflagrazione.
Il bar appartiene al capo della milizia privata russa Wagner Yevgeny Prigozhin. Secondo i media Tatarsky era molto vicino al leader dei mercenari Wagner. Il blogger nazionalista aveva combattuto nel 2014 nel Donbass al fianco dei separatisti russi ed oggi era uno dei blogger di guerra filo-russi più seguiti. Con la sua esperienza di guerra sul campo, Tatarsky dall’inizio della guerra analizzava e consigliava le truppe sul campo. Inoltre, in questo anno di guerra si era mostrano anche molto critico per i fallimenti delle forze armate russe.
In molti post sui social ha denunciato le operazioni fallite dai russi in Ucraina come la sconfitta subita nella traversata del fiume Seversky Donetsk. “L’offensiva nel Donbass è ostacolata non solo dalla mancanza di informazioni efficaci dai droni ma anche dalla mancanza di generali di livello”.
Chi ha inviato il “regalo” al blogger nazionalista
Stando alle immagini delle telecamere di sicurezza, si vede una donna entrare nel bar e consegnare un pacco. L’agenzia russa Ria Novasti dichiara infatti che probabilmente è stata una ragazza a portare l’ordigno al blogger. Il pacco conteneva un regalo destinato proprio a Tatarsky, una statuetta che raffigurava il suo busto e che era imbottita di tritolo.
Il bar esploso è “Street Food Bar No 1” affittato per quella sera dal gruppo cyber Front Z “i soldati dell’informazione russa”. Questo attentato, secondo il think tank statunitense Institute for the study of the war, potrebbe rappresentare una frattura interna tra il Cremlino e i suoi condottieri più fidati proprio di cui faceva parte anche l’ultranazionalista russo Maksim Fomin, alias Vladlen Tatarsky nel bar del capo dei Wagner.